Luoghi di interesse nelle vicinanze

Palasele

Palasele

Il Palasele è il palazzetto dello sport della città di Eboli. È situato in via Serracapilli, nelle vicinanze dello stadio principale della squadra di calcio locale, l’Ebolitana, Stadio José Guimarães Dirceu.

Ha ospitato la Final Eight di Coppa Italia di pallavolo femminile 2008-2009 e il 19 marzo 2009 ha ospitato il concerto di Laura Pausini. Il Palasele è il più grande palazzetto della Campania, infatti con i suoi 8.000 posti a sedere è stato in grado di ospitare eventi e manifestazioni a carattere nazionale e non. Oltre ad aver ospitato le Coppa Italia di pallavolo femminile 2008-2009, ha ospitato anche una partita del girone eliminatorio della World League della nazionale di pallavolo maschile, Italia Vs Cina terminato con il risultato di 3 a 0 a favore degli azzurri. Oltre ad eventi sportivi il Palasele è stato anche protagonista di una delle tantissime puntate del programma di Giorgio Panariello con “Torno Sabato”. Ospita inoltre concerti e spettacoli di alcuni dei più importanti cantanti italiani: Pooh, Ligabue, Nek, Gigi D’Alessio, Tiziano Ferro, Alessandra Amoroso, Gianna Nannini, Emma, Massimo Ranieri, Negramaro, Zucchero, Renato Zero.

Il palazzetto è utilizzato anche per attività sportive locali come l’hockey su pista, pallavolo, basket e danza sportiva. Ogni anno, di solito la seconda settimana di settembre, l’impianto ospita la fiera campionaria locale dove vengono esposte ultime tecnologie innovative di ogni settore.

Certosa di Padula

Certosa di Padula

La Certosa di San Lorenzo, meglio conosciuta come Certosa di Padula, è la più grande certosa in Italia. Situata a Padula, nel Vallo di Diano, ricopre una superficie di oltre 50.000m² e, nel 1998, viene inserita nel Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. LaCertosa di Padula fu fondata nel 1306 da Tommaso Sanseverino, conte di Marsico, ed è dedicata a San Lorenzo, infatti, la sua struttura è un richiamo alla graticola sulla quale il santo fu bruciato vivo. Nel corso degli anni ha subito però numerose modifiche ed ampliamenti, come la costruzione del chiostro, il più grande al mondo, circa 12.000m², il quale è contornato da 84 colonne. Imponente è la scala a chiocciola, completamente realizzata con marmo bianco, la quale conduce alla grande biblioteca del convento, posta al piano superiore.
Intorno alla Certosa di Padula ruota anche una leggenda, secondo la quale nella grande cucina fu preparata una frittata di 1.000 uova per Carlo V.
Oggi la Certosa di Padula ospita il museo archeologico provinciale della Lucania occidentale, che raccoglie una collezione di reperti provenienti dagli scavi delle necropoli di Sala Consilina e di Padula.

Grotte di Pertosa (le Grotte dell'Angelo)

Grotte di Pertosa

Il lavoro incessante della natura da 35 milioni di anni, ha creato quella che oggi è una magica esperienza alla portata di tutti: le Grotte dell’Angelo a Pertosa. Il sito delle Grotte dell’Angelo attrae ogni anno migliaia di visitatori che scelgono questo luogo per diversi aspetti che vanno dall’interesse naturalistico, speleologico a quello archeologico che ne fanno uno dei siti più importanti della penisola. Oggi è possibile seguire ed ammirare i tragitti che si snodano per circa 3000 metri sotto l’imponente mole del massiccio degli Alburni.

Templi di Paestum

Templi di Paestum

Paestum, nome latinizzato dell’antica Paeston è un’antica città della Magna Grecia, sacra a Poseidone, dal quale fu chiamata anche Poseidonia, ma devotissima anche a Hera e Atena. Nel tempo assunse il nome di Pesto che mantenne fino al 1926, quando venne ribattezzata con il suo attuale nome. L’estensione del suo abitato è ancora oggi ben riconoscibile, racchiuso dalle sue mura greche, così come modificate in epoca lucana e romana poi.

È localizzata nella regione Campania, in provincia di Salerno, nel comune di Capaccio, a circa 30 chilometri a sud di Salerno (97 km a sud di Napoli). È situata nella Piana del Sele, vicino al litorale, nel golfo di Salerno, verso il Cilento.

Grotte di Castelcivita

Grotte di Castelcivita

Alle porte del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, in provincia di Salerno, le Grotte di Castelcivita costituiscono, con i loro 1700 metri di percorso turistico su un totale di circa 5000, uno dei complessi speleologici più estesi dell’Italia meridionale.
Il sistema di cavità sotterranee, anche noto come “Grotte del Diavolo”, “Grotte di Spartaco” o “Grotte Principe di Piemonte“, si apre a circa 94 metri di altitudine, tra le rive del fiume Calore ed il versante sud-occidentale dei Monti Alburni, mostrando da subito un suggestivo scenario di gallerie, ampi spazi e strettoie, scavate dall’azione millenaria dell’erosione carsica.
Dopo numerose esplorazioni speleologiche, documentate già a partire dalla fine dell’Ottocento, nel 1972, le grotte di Castelcivita acquistano una notevole rilevanza paleontologica, grazie alla localizzazione di interessanti depositi archeologici, proprio all’ingresso della cavità. Dall’analisi dei reperti recuperati (strumenti in pietra e resti fossili) si è potuta accertare una frequentazione umana del sito risalente a circa quarantamila anni fa.Il fascino delle testimonianze relative alle abitudini di vita dell’uomo preistorico e la suggestione di straordinari fenomeni naturalistici e geomorfologici, realizzano, all’interno delle grotte di Castelcivita, l’incanto di un surreale paesaggio sotterraneo ancora attivo, in cui l’incessante stillare delle volte, continuando a formare stalattiti e stalagmiti, accompagna il cammino di numerosi visitatori durante tutto l’anno.

Oasi WWF di Persano

Oasi WWF di Persano

L’Oasi di Persano si trova all’interno della Riserva naturale Foce Sele-Tanagro ed è una zona umida di importanza internazionale secondo la Convenzione di Ramsar.
La sua estensione è di circa 110 ettari lungo le sponde del fiume Sele nei territori comunali di Campagna e Serre. È stata istituita nel 1981 intorno ad un lago artificiale formatosi in seguito allo sbarramento del fiume Sele con una diga gestita dal Consorzio di bonifica in Destra del fiume Sele, tale bacino rappresenta il cuore dell’Oasi.
Flora
L’invaso è circondato da ambienti molto vari come il bosco igrofilo (salice, pioppo nero, pioppo bianco ed ontano nero), il prato allagato (narcisi, pratoline, ranuncoli , gladioli selvatici, orchidee selvatiche), la foresta ripariale (felci, equiseti e giglio d’acqua), il canneto e le aree palustri (cannuccia, tifa, sparganio e giunco). Nel tratto collinare si estendono ampie zone di macchia mediterranea, bosco ceduo e prati naturali.
Fauna
La lontra è il simbolo dell’Oasi. Naturalmente le zone sono riccamente popolate di animali, tra i mammiferi la lontra (simbolo dell’oasi ed animale in via di estinzione), la puzzola, la donnola, il tasso, la volpe ed il cinghiale. Ma l’oasi costituisce soprattutto un riparo ed un punto di ristoro per gli uccelli, infatti si trova sulla rotta principale degli uccelli migratori che si spostano periodicamente tra l’Africa ed il Nord-Europa, infatti il bacino e le zone circostanti offrono abbondanti e facili opportunità di cibo agli uccelli migratori grazie alla enorme quantità di insetti, rettili ed anfibi ed alla fauna ittica (il cavedano, l’anguilla, la tinca, il barbo, la carpa, il vairone e la rara lampreda). Tra gli uccelli, in primavera, sono presenti la garzetta, l’airone rosso e l’airone cinerino, la nitticora, la sgarza ciuffetto, le anatre tuffatrici, la gallinella d’acqua, il porciglione e la folaga, tra i rapaci ci sono il gheppio, lo sparviero, il nibbio bruno e la poiana, mentre nei mesi invernali il falco pellegrino.

Oasi del Monte Polveracchio

Oasi del Monte Polveracchio

L’Oasi naturale del Monte Polveracchio è una area naturale protetta della Campania, realizzata nel 1988.
Si estende su un’area montuosa comprendente le sorgenti del fiume Tenza. Dispone di un centro visite, di aree attrezzate per la sosta e percorsi natura. Dell’oasi fa amministrativamente parte anche la Valle della Caccia, situata nel Comune di Senerchia. Fa parte del Parco regionale Monti Picentini

Flora
L’albero ad alto fusto maggiormente presente è il faggio (‘Fagus sylvatica) di cui si annoverano esemplari di notevoli dimensioni. Sono presenti inoltre aceri (Acer opalus neapolitanum, Acer pseudoplatanus), castagni (Castanea sativa. Nelle radure fioriscono crochi, viole e ranuncoli
Fauna
Principale specie dell’oasi è il lupo (Canis lupus), simbolo dell’oasi. Sono presenti inoltre il gatto selvatico (Felis silvestris), la salamandra pezzata (Salamandra salamandra) e il tritone italico (Triturus italicus). Fra i volatili è da menzionare la coturnice (Alectoris graeca orlandoi).

Roscigno Vecchia, il paese fantasma

Roscigno Vecchia

Il borgo medioevale
La storia di Roscigno è simile a quella dei piccoli centri di origine medioevale del Cilento interno.
Nato come insediamento agro-pastorale, il borgo, sopravvissuto negli anni per la posizione sicura sulle colline, lontano dalle rotte di maggiore percorrenza commerciale e militare, tuttavia è stato vittima dello sfruttamento feudale e poi di avvenimenti traumatici: la frana, che l’ha costretto a continui trasferimenti in zone più solide, e l’emigrazione, che fin dal primo dopoguerra gli ha inferto un duro colpo spopolandolo in gran parte.
La frana
La frana obbligò i roscignoli a spostarsi varie volte. Il primo nucleo abitato infatti si trovava molto più a valle, vicino ai fiumi Ripiti e Fasanella, le cui acque causavano lo smottamento del suolo. Un primo trasferimento degli abitanti verso nord si è verificato nel XVI secolo, un altro intorno al 1770, quando fu abbattuta la vecchia chiesa e costruita quella di S.Nicola, in località Piano, dove si trova ora. L’ultimo trasferimento è quello definitivo nel nuovo centro a 1 km di distanza.
Il trasferimento
Due ordinanze del Genio Civile (1907 e 1908) stabilirono lo sgombero del paese e la costruzione di nuove case in un altro centro piú a monte, in terra sicura. Cominciò cosí un lento trasferimento degli abitanti, che non volevano lasciare il paese.
Ma un abbandono completo non c’è mai stato: il paese si ripopola ogni giorno per il passaggio dei contadini e degli animali verso i campi, la piazza è ancora un punto d’incontro e le case meglio conservate sono diventate depositi di attrezzi e stalle.
La tenacia certosina, l’orgoglio, i sacrifici dei cittadini di Roscigno Vecchia e le continue ricostruzioni del centro abitato con i materiali di risulta provenienti da precedenti crolli di case che si trovavano nella parte sud dell’antico abitato hanno fatto nascere il mito del “paese che cammina”.

Contursi Terme

Contursi Terme

Contursi Terme è un pittoresco paese della Valle del Sele situato in un’area vulcanica ormai non più attiva. La vera ricchezza di questo comune è rappresentata dalla varietà ed abbondanza di acque termali conosciute ed apprezzate già al tempo dei romani. Dalle falde acquifere di Contursi Terme sgorgano acque sulfuree, carboniche, litiache, alcaline, boriche utilizzate per bagni, fanghi, aerosolterapia e cura idropinica.

Pompei

Santuario di Pompei

La città di Pompei raccoglie in sé due mondi molto distanti: da un lato ciò che resta di una delle più ricche città dell'impero romano e dall'altro la spiritualità cristiana, testimoniata dai tanti pellegrini in visita al rinomato Santuario dedicato alla Beata Vergine del Rosario di Pompei, testimonianza tangibile della devozione verso la Madonna. Il mondo pagano e quello cristiano convivono a meno di 800 metri di distanza, vicini nello spazio, lontani nei principi e nelle aspirazioni, conseguenti nel tempo.